martedì 22 maggio 2018, ore 21.00
Megaro Moysikis Thessalonikis
BAR M2
Concerto del Luca Ciarla Quartet
ingresso per inviti
in collaborazione con il Megaron Moysikis di Salonicco
LUCA CIARLA – violin
NINO DE LUCA – accordeon
MAURICIO PERRONE – contrabass
FRANCESCO SAVORETTI – percsussion
Luca Ciarla Quartet
Una delle formazioni italiane più originali degli ultimi anni, il Luca Ciarla Quartet si è esibito in più di 60 paesi al mondo, dal Montreal al Melbourne Jazz Festival. Con Antonino De Luca alla fisarmonica, Maurizio Perrone al contrabbasso e Francesco Savoretti alle percussioni, il violinista jazz Luca Ciarla ha sviluppato un sound unico, dando vita a composizioni e arrangiamenti dal fascino irresistibile, sintesi naturale tra il jazz contemporaneo e le sonorità familiari della tradizione popolare italiana e del bacino del mediterraneo. Il loro ultimo disco, ViolinAir, registrato in gran parte in Thailandia durante un lungo tour in Asia del quartetto, presenta brani originali e rivisitazioni sorprendenti di classici quali A Night in Tunisia o Caravan. “…un disco-gioiello realizzato da un violinista che ha chiaramente assorbito la tradizione del suo strumento, da Joe Venuti a Michal Urbaniak, ‘to become very much his own man’”. All About Jazz (Usa)
Luca Ciarla – Biografia
Violinista creativo e sorprendente, Luca Ciarla supera agilmente i confini tra i generi per tracciare un percorso musicale innovativo, una magica seduzione acustica in perfetto equilibrio tra scrittura e improvvisazione, tradizione e contemporaneità. Il suo stile inconfondibile lo ha portato ad esibirsi con successo in festival e rassegne concertistiche di jazz, classica e world music in più di 60 paesi al mondo; dal Montreal Jazz Festival al Performing Arts Centre di Hong Kong, dal Celtic Connections in Scozia al Festival Villa-Lobos di Rio de Janeiro, dal Melbourne Jazz Festival all’ Auditorium Parco della Musica di Roma. “…uno dei violinisti più interessanti che ci siano oggi sulla scena internazionale, in grado di spaziare tra generi e suoni diversi senza mai perdere il baricentro del suo inconfondibile stile”. la Repubblica